| Breve introduzione |
Scheda |
Finalità istitutive |
Regali ad arcigni,
i Monti della Duchessa si ergono aspri e desolati all' estremo limite sud orientale del
Cicolano, al confine con l' Abruzzo,
situati nell' imponente catena del monte Velino. Pochi luoghi come questo , esprimono la propria storia e la propria imponente
morfologia attraverso l' attribuzione di toponimi felicemente descrittivi,
evocativi di un misterioso ed impervio passato.
La catena dei Monti del Velino, di cui i Monti della Duchessa occupano
il lato occidentale, deriva il suo nome dalla radice dell' antico dialetto Marsicano " vel " che significa " distesa d' acqua ", a ricordare come,
caratterizzante di tutti questi luoghi, sia proprio l' abbondanza delle acque che, insieme con il fenomeno del glacialismo, hanno profondamente forgiato questi
ambienti.
Luogo selvaggio e misterioso, fonte di ispirazione di miti e leggende, fin dalla
piu' remota antichità, la Montagna della Duchessa deve il suo nome all' ingegnere bolognese Francesco De Marchi; la denominazione Montagne
della Duchessa infatti compare verso la fine del XVI secolo, quando Margherita D' Austria, duchessa di Parma e Piacenza, signora del ducato di Leonessa e
di Cittaducale, torna in questi luoghi con Francesco De Marchi dopo esservi già stati insieme diverse volte. Redigendo la cartografia della
regione, De Marchi dedica questi monti imponenti a Margherita, a cui resterà vicino per cinquanta anni, seguendola in tutti i suoi viaggi.
Le Montagne della Duchessa poggiano il piede sulla piana del
Cammarone,
su cui si affaccia il paese di
Corvaro. Il lato settentrionale della Duchessa
è delimitato da Valle
Amara, stretta ed impervia, faticosa e lunga da risalire, mentre il lato
meridionale è concluso con l' imponente bastione roccioso del
Murolungo,
del quale il toponimo esprime perfettamente l' aspetto, alla base del quale troviamo il
Vallone di Teve che segna la separazione tra i Monti della Duchessa e il massiccio del Velino. Il
Murolungo(2.184 mt.) che delimita a sud est il Piano della Duchessa e dove troviamo il laghetto omonimo, si
caratterizza per i suoi burroni e i salti rocciosi in cui il carsismo ha scavato anfratti, rientranze e grotte, fra le quali la mitica
Grotta dell' Oro
, avvolta nel mistero e nella leggenda.
Si tratta di un ampia e profonda caverna, in cui i racconti popolari hanno
situato immense ricchezze e tesori nascosti, ma nella quale il vero tesoro, l' oro puro che in essa si custodisce, è l' acqua, frutto dello stillicidio
delle rocce che dona frescura e riparo nelle torride giornate estive ai pastori, ai mandriani, ai carbonai che percorrono questo altopiano deserto e selvaggio,
conducendo una vita dura e solitaria nei mesi estivi.
L' ultimo avamposto umano prima di inerpicarsi su per la Montagna della
Duchessa, è costituito da Cartore,
un borgo antico che ha subito la sorte dell' abbandono per lungo tempo, ma che oggi si stà risvegliando a nuova vita, grazie all' intervento dei suoi
originari abitanti. Da Cartore parte una mulattiera che si trasforma presto in un ripido sentiero che , attraversando la faggeta del
Vallone di
Fua e della
Valle del Cieco, raggiunge il vasto piano dove si trova
il
Lago della Duchessa
(mt. 1.788 slm).(*tristemente
famoso durante la prigionia di Aldo Moro.).
Il Piano della Duchessa è delimitato su tre lati da
Monte Morrone
a nord, il Costone a est a da Murolungo a sud di fronte al quale si trova la sorgente di Fonte
Salomone, ricca d' acqua tutto l' anno. In questa vasta area
privata, punteggiato da piccoli stazzi di pietra, pascolano indisturbati gregge e mandrie fra distese verdeggianti, ravvivati da fiori policromi che
occhieggiano fra le ondulazioni dei terreni caratterizzate da numerose doline e tracce di erosione glaciale. Da qui si può ridiscendere a Cartore,
attraverso il valico del Malpasso, sotto il
Costone e , superata
cima di Macchia Triste, percorrendo il
Vallone di Teve, dove prima di raggiungere il magnifico bosco di faggi che lo ricopre, si incontra la vasta
conca di Capo di Teve, in cui si trova un' altra piccola sorgente.
Le Montagne della Duchessa hanno rappresentato da sempre un limite
invalicabile, un mondo impervio ed inaccessibile ai piu', regno incontrastato solo dei pastori e dei briganti, gelosi custodi di questi luoghi incontaminati.
Esplorati solo dai mandriani e da pochi avventurosi geografi, questi monti
imponenti ed austeri,dopo il 1860, l' ideale rifugio di briganti che si riunirono in bande per sfuggire alla cattura delle truppe regolari,
sfruttando l' isolamento dei luoghi e le leggende su di esso.
Le Montagne della Duchessa vennero considerate la dimora dei mitici
uomini selvatici,oscure creature capaci di vivere fra i gelidi freddi dell'
inverno e le torride calure dell' estate.Sede
dell' ignoto e dominio incontrastato delle forze naturali, le Montagne della Duchessa
furono considerate anche luoghi di culti misterici e di riti magici, celebrati in questo gran tempio della Natura al cospetto delle sfuggenti
forze cosmiche.
Il grand tour di Scenari n. 1 2004
* Non presente nel volume.
Su
Montagne della Duchessa << Home