...... : Morfologia
Le caratteristiche climatiche sono di tipo continentale, con piovosità intensa
in autunno e relativa siccità in estate. Qualche modifica è stata apportata con
la costruzione del Lago del Salto. Sono aumentate le precipitazioni e anche l'
umidità assoluta e relativa. Le escursioni termiche si sono
ridotte.
Di notevole entità sono nella zona le precipitazioni a
carattere nevoso, in particolare nel periodo Gennaio Febbraio; sul comprensorio
della Riserva la neve permane spesso anche per 4/5 mesi.
La
Riserva Naturale monti della
Duchessa è costituita da due grandi unità morfologiche : i rilievi montuosi
e collinari formati da liotipi calcarei ed arenacei di età Meso-Cenozoica e la
depressioni di
Corvaro sede di depositi
continentali dal pliocene medio superiore all' attuale.
La
successione mesozoica affiorante è interamente attribuibile al Cretacico
(Neocomiano-Santoniano) e deposta all' interno di una piattaforma carbonatica
intraoceanica di tipo Bahamiano; essa è infatti costituita in netta prevalenza
da calcari dolomitici e dolomie.
I litotipi del Cretacico
inferiore sono generalmente organizzati in cicli peritidali a scala metrica
tipicamente triripartiti (sub - intra-sopra tidale) che riflettono ambienti
deposizionali di laguna, piu' o meno ristretta , e piana tidale. Le porzioni
subtidali sono caratterizzate dalla sporadica presenza di macrofauna (Nereidi e
Requienindi) e di micro fauna/flora (Foraminiferi bentpnici e alghe calcaree),
quelle inter-sopra tidali dalla presenza di tappeti algali (stromatoliti),
strutture da disseccamento (bird-eyes, fenestrae), superfici d' erosione e
sottili livelli argillosi. Questi ultimi diventano piu' frequenti nell'
Altopiano superiore quando, come conseguenza dell' abbassamento eustatico a
scala globale, in vaste aree della piattaforma si creano bacini palustri (marne
e argille).
Nall' albiano superiore un altro importante fenomeno
emersivo , protratto fino al Cenomaniano superiore, caratterizza gran parte
della piattaforma con sviluppo di depositi residuali bauxitici con spessori
realmente molto variabili (Monte Cava, Coppo
dei ladri).
La sedimentazione post-cenomaniana è rappresentata
essenzialmente da calcari mitrici di ambiente lagunare subtidale con formazione
di numerosi patch-reef a rudiste (Radiolitidi), e si protrae fino al Sartoniano,
quando una generalizzata erosione pone fine alla piattaforma
Bahamiana.
La sedimentazione carbonatica riprende nel Miocene
inferiore ma con caratteristiche del tutto diverse : l' originaria piattaforma
di clima tropicale viene sostituita da una piattaforma aperta, localmente
passante a rampa, di clima temperato. I litotipi Miocenici sono infatti
rappresentati da calcareniti, a diversa granulometria, localmente ricche di di
briozoi e Foraminiferi bentonici e platonici.
La successione
Miocenica mostra i caratteri tipici di una sequenza di annegamento; nel Miocene
superiore le calcareniti neoritiche passano a calcareniti marnose (Marme a
Cylindrites) ed in seguito (Tortoniano messiniano inferiore) a marme
emipelagiche ricche in foraminiferi platonici(Marne ad Orbuline), la superficie
di contatto tra queste formazioni è marcata da un intervallo non deposizionale
con sviluppo di granul fosfati e glaconitici (hard-ground).
Seguono poi , in continuità di sedimentazione, i depositi torbiditici
silico-elastici dela formazione Marnoso arenacea estesamente affioranti nella
Valle di
Malito.
La depressione di Corvaro è colmata da una successione
continentale riferibile ad ambienti lacustri, fluviali e fluvio-glaciali. I
terreni piu' antichi della successione sono rappresentati da marne lacustri
sterili, (Fosso S. Martino), parzialmente in eretopia laterale e verticale con
un' alternanza di marne e ghiaie di ambiente fluvio-lacustre (Torano). Tali
sedimenti riferibili al Piliocene sono intensamente tettonizzati con conseguenti
forti basculamenti (30/40°), e testimoniano la presenza di un bacino lacustre e
di un reticolo idrografico caratterizzato da un probabile collettore principale,
a direzione N-S, che dalla Valle di Malito si dirigeva verso l' attuale
Fucino.
I depositi Piliocenici vengono fortemente incisi nel
Pleistocene inferiore e medio, contemporaneamente con l' attivazione di una
faglia a direzione NW-SE, in corrispondenza di Colle Breccioso, che crea una
depressione chiusa colmata da depositi ghiaiosi verso W e NW.
Nel
pleistocene superiore, conseguentemente alle ultime pulsazioni glaciali (30.000
- 15.000 anni B.P.) , si sviluppa un imponente conide di deiezione fluvio -
glaciale proveniente dal Vallone di Teve
che raggiunge, superando la soglia di Colle Breccioso , il fondovalle del fiume
Salto.
I depositi olecenici sono infine rappresentati dalle
alluvioni attuali e recenti dei corsi d' acqua, dalle falde detritiche non
cementate ai piedi dei versanti e dei depositi pluvio-colluviali che colmano le
depressioni carsiche.
L' assetto strutturale dell' area è
denominato dalla presenza di due fagl(k)ie normali a direzione NW-SW che
provocano il rilassamento del settore centrale occupato dai depositi
continentali, di queste la faglia che borda i Monti della Duchessa ha avuto un
rigetto notevole(superiore a 1000 metri ) ed è caratterizzata da un piano
coincidente con il versale attuale.
Tale faglia potrebbe rappresentare, come evidenziato per situazioni del tutto
analoghe in zone limitrofe, la riutilizzazione, in regime distensivo, di un' antica rampa di Thrusts. Ciò sarebbe avvalorato dalla presenza, in corrispondenza della faglia,
di strutture compressive come il sovrascorrimento della
Fonte Copelli con sovrapposizione
delle arenarie alto mioceniche sui calcari cretacei.
L' attività
normale della faglia suddetta dovrebbe essere iniziata nel Pleistocene inferiore
e sembra perdurare ancora oggi.
Quando all' aspetto attuale, in tutte
le vallate della Montagna della Duchessa sono ben visibili i segni del glacialismo, che ha impresso ovunque i caratteri di rudezza tipici dell' alta
montagna.
Vistosi alcuni lembi morenici, dossi montani, alcuni
massi erratici e valli ad "U2 (Val di Teve).
Nel periodo glaciale
il limite delle nevi permanenti era, nel versante meridionale, attorno ai
1800-1900 mt, mentre nella Val di Teve il ghiacciaio si spingeva molto piu' in
basso, con una lingua di oltre 7 Km.
Dal piano della Duchessa una
lingua di ghiaccio scendeva fino a 1550 mt, in Val di Fua; un' altra, a Nord
fino a 1450mt, , in
Valle
Amara.
Grandi conoidi di deiezione ricoprono i calcari alla
base dei monti, particolarmente nei versanti ovest e sud ovest, dove si aprono
alcune conche ricolme di materiale alluvionale.
Il fenomeno del
carsismo ha successivamente contribuito a modificare ulteriormente il paesaggio,
creando doline e inghiottitoi.
Nel cuore del massiccio montuoso, le alte montagne
calcaree che costituiscono il paesaggio della riserva si elevano oltre i 2000 m.
Racchiusi fra le creste del
Monte Morrone
(2.141m) e del
Muro
Lungo (2.184 m) sono presenti depositi morenici come quello dorsale sul
quale si è originato il piccolo
Lago della
Duchessa(1.788 m).
Il minuscolo lago della Duchessa, posto a
circa 1788 mt. di quota all' interno della fossa scavata dalla testa dell'
antico ghiacciaio, è lungo 400 mt e largo al massimo 150 mt. Non è alimentato da
alcuna sorgente; viene rifornito dalle sole acque piovane.
Tratto da Riserva Naturale Parziale Dei Monti Della Duchessa (Piano di
tutela e utilizzo del territorio N°A)
Geografia, territorio, morfologia della Sicilia
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