...... : Mulino ad Acqua(Idraulico)
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Il termine mulino deriva dal latino "molinum" e dal
termine piu' classico "pistrum-pestare" cosi inteso : mulino fornito di
mola quindi di macina per pestare non solo i cereali ma anche altri materiali.
Sicuramente i primi rudimentali mulini derivano dalle macine per cereali ad uso
domestico, fatte girare dalla forza dell' uomo.
Gią dal I° Millennio
a.C. si trovano tracce di mulini a sella, mulini a mola rotante e mulini a
pestelli.
Il
mulino idraulico si diffuse nel mondo Greco - Romano dal 1° secolo a.C.
mentre era presente in Cina gią dal V° secolo a.C. Veniva ubicato in prossimitą
di corsi d' acqua, rapide, cascate, torrenti, poichč aveva bisogno di tanta
acqua per consentire alla macina superiore, collegata con un asse verticale ad
una ruota di pale sulla quale precipitava con violenza l' acqua, di attivare il
sistema molitorio.
In S. Stefano č significativo ed
importante la presenza di ben 12 mulini idraulici ubicati lungo un canale
alle pendici di una collina. Quando veniva fatta defluire l' acqua, catturata
dal
torrente Apa, in localitą
Valle di Malito, attraverso una galleria
scavata nel I° secolo d.C., si consentiva a tutti i 12 mulini di macinare.
La
galleria lunga 800 m., larga 1,50 m e alta 2,5 m, gią utilizzata per portare
l'acqua alle terme romane sulla sottostante piana di
Corvaro, veniva usata come
bottino o serbatoio di carico, meglio conosciuta in zona col termine di
"Refota". Per "Refota " non si intende soltanto la galleria ma
tutto il canale dei mulini compresa l'acqua che vi scorreva.
Il Mulino ad Acqua di S. Stefano
Seguendo il corso dell' acqua, da monte a valle, č il
primo mulino ubicato subito dopo la galleria d'epoca Romana di una serie di ben
12 mulini. Tutti costruiti alla fine del secolo XVII di cui :
-
quattro costruiti all' interno del paese di S. Stefano;
- otto lungo lo sbalzo che va dalla localitą "AIE" alla piana in localitą San Silvestro (Santu Selvestru).
Sono stati realizzati con materiale reperito in
loco(legno di quercia, pietre e calce ricavata dalle "Calecare"
locali).
Le macine invece, sono state acquistate dalla Valle d
'Aosta.
Il mulino "Martorelli" č l'unico che nei secoli ad
eccezione dello stipite della porta rifatta in cemento (che era stata realizzata
con pietre e legno) non ha subito alterazioni nella struttura e nel meccanismo
di funzionamento.
La sua conservazione strutturale č dovuta al fatto che č
stato l'ultimo dei dodici a smettere a smettere di macinare nel 1956 a causa
della morte del proprietario del mulino : Martorelli Giacomo.
Nel 1944
in seguito agli avvenimenti bellici della II guerra mondiale che portarono alla
distruzione dei mulini elettrici "Mola di Ulisse in localitą Madonna di
Collefegato" fu riattivato e continuamente utilizzato dalla popolazione
di S. Stefano, Corvaro, Spedino, Cartore e S. Anatolia fino al 1956.
Dal 1956
ad oggi ne ha curato la conservazione con sapienza ed appassionata capacitą
artigianale il figlio di Giacomo, Domenico Martorelli che aveva acquisito tutti
i segreti del mugnaio (Molenaru), conservando tutti gli accessori
necessari per il funzionamento del mulino.
Era prassi e consuetudine
familiare (non solo a S. Stefano), che il mulino venisse ereditato dai
figli maschi, mentre alle donne restava solo il diritto di macinare gratis.
tratto da "L' Acqua :
Ricchezza del territorio Patrimonio da conoscere e tutelare" ,realizzato
dagli alunni dell' istituto comprensivo di Borgorose -(Ri) Anno
scolastico 2001-2002 sotto la direzione del Prof. Enzo di
Marco
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