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Coltivazione della Valeriana Officinalis

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Valeriana (Valeriana officinalis L.) La specie viene coltivata soprattutto in Belgio, Germania occidentale, Francia, Olanda e in diversi paesi dell' est - europeo. La coltura della valeriana, biennale nei nostri ambienti, viene impiantata mettendo a dimora, a fine estate, piantine provenienti da semenzaio oppure frammenti di rizoma o piante ottenute per divisione del cespo di piante madri da almeno due anni di età. E' stata sperimentata la semina diretta in autunno, a file distanziate 50 cm, utilizzando 3 Kg/ha di "seme" , ma i risultati non sono stati del tutto soddisfacenti.

        E' piu' consigliabile preparare i semenzai utilizzando sementi prodotte nell' annata precedente. Per ogni mq di semenzaio si utilizzano 2 g di semente. Di norma l' emergenza avviene dopo due settimane ; in seguito le piante vanno diradate curando di ottenere un investimento di 500- 600 piante /mq.

        La disposizione in campo delle piante è a file 60-80 cm con una densità di 5-7 piante per mq. Per quanto concerne la fertilizzazione, la Valeriana è soprattutto esigente in potassio e secondariamente in fosforo, mentre è buona norma non eccedere con la concimazione azotata, poiché favorisce lo sviluppo delle porzione epigee a svantaggio di quelle ipogee. Si ritiene che quantità di 50,60 e 100 Kg/ha rispettivamente per N, P2O5 e K2O distribuiti dall' impianto della coltura, seguite da ulteriori somministrazioni di 50 - 60 Kg /ha di azoto alla ripresa vegetativa, possano essere sufficienti a garantire buone rese. 

        In primavera, quando la pianta inizia a fiorire , è buona norma asportare l' infiorescenza mediante "cimatura" dato che è stato piu' volte rilevato che tale operazione favorisce l' accumulo di principi attivi nel rizoma. La Valeriana comune è una pianta che tollera molto male prolungati periodi di siccità, di conseguenza, qualora questo dovessero verificarsi, è necessario irrigare la coltura. Tra le malattie crittogamiche sono da segnalare l' oidio delle foglie (Erysiphe cichoracerum DC.) , la ruggine (Uromyces valerianae (Schum.) Fuck.). Tra gli insetti dannosi è da segnalare un lepidottero (Melitaea didyma Esp. var. meridionalis Stgr ) le cui larve attaccano foglie e fusti. 

    Sono state anche rilevate manifestazioni virotiche dovute al virus del mosaico della Valeriana il cui vettore è risultato essere Myzus persicae Sulz. Per la lotta alle erbe infestanti dà buoni risultati l' impiego all' impianto di metobromuron, diurno, prometrin rispettivamente alle dosi di 1; 0.6; 1,2; e 1Kg/ha.





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