GLI UCCELLI AGRICOLI IN EUROPA SONO CALATI DEL 64%
Sono 400, su un totale di 1.211, le specie di uccelli
minacciate che ancora stanno aspettano azioni concrete di conservazione che le
salvino dall’estinzione. 280, invece (pari a un quarto del totale), quelle che
hanno potuto avere benefici dalle azioni di conservazione individuate da
BirdLife International e attuate con l’aiuto dei governi nazionali, delle
comunità e delle ONG.
E’ quanto emerge, in estrema sintesi, dal volume “State of
the world’s birds”, il nuovo report di BirdLife International (disponibile in
inglese all’indirizzo
http://www.birdlife.net) che mette
insieme i resoconti delle ricerche circa lo stato e la distribuzione degli
uccelli nel mondo, le attuali azioni di conservazione e le priorità da
affrontare. Il report è stato presentato lunedì 9 Marzo alla platea del
congresso mondiale di BirdLife International in corso di svolgimento a Durban
(Sudafrica) fino al 13 Marzo, e alla quale partecipa anche la Direzione della
LIPU, associazione che di BirdLife è partner per l’Italia.
La principale minaccia alla sopravvivenza dell’86% degli
uccelli è costituito dalla distruzione e degradazione degli habitat, causata
principalmente dall’espansione delle aree agricole e dalla loro
intensificazione, nonché dalla deforestazione, in particolare tropicale. Altri
fenomeni importanti che minacciano gli uccelli sono l’eccessivo sfruttamento
delle specie e l’invasione di specie alloctone, mentre un fattore nuovo è
l’influenza dei cambiamenti climatici, di cui si iniziano a osservare i primi
effetti negativi.
Secondo Michael Rands, Direttore di BirdLife International,
il report << conferma che stiamo perdendo specie di uccelli e biodiversità a un
tasso sempre crescente. Chiediamo ai governi nazionali di destinare nuove
risorse finanziarie ai nostri progetti e di aumentare le aree protette in tutto
il mondo Grazie ai progetti infatti di BirdLife International ben il 42% degli
uccelli minacciati nel mondo hanno potuto avere benefici diretti>>. << Il
Congresso di Durban – conclude Rands – intende individuare soluzioni concrete
per far fronte alla crisi che minaccia gli uccelli, la biodiversità e il futuro
della nostra stessa specie>>.
A essere minacciati non sono però solo le specie più rare.
Anche quelle più comuni rischiano infatti il declino e perfino l’estinzione,
come nel caso degli uccelli tipici degli ambienti agricoli: BirdLife stima che
in Europa, dal 1966 ad oggi l’indice per queste specie è crollato del 64%. Il
report “State of the world’s birds” descrive infine anche alcuni casi di
successo per la conservazione, come per l’Albatross codacorta in Giappone o per
il Megapodio delle Vanuatu, nel Pacifico, dove la popolazione, grazie
all’adozione di nuove regole, ha limitato il prelievo di uova contribuendo in
modo determinante alla salvaguardia della specie.