Vengono così indicate numerose specie di diversi generi di
Uccelli della famiglia dei Corvidi.
Molto nota è la comune Ghiandaia, Garrulus
glandarius, che, con oltre una trentina di sottospecie, è largamente diffusa in
Europa, Asia ed Africa nordoccidentale. Lungo fino a 35 cm, di cui quasi la metà
spettano alla coda, questo grazioso uccello raggiunge un peso che si
aggira sui 170 Ghiandaia Il capo, di modesto sviluppo, porta sulla sommità un ciuffo
erettile di penne, bianche ai margini e nere al centro; il becco, nerastro, è
corto, robusto, slargato alla base e incurvato all'apice. Le ali sono poco
slanciate e arrotondate all'estremità, le zampe bruno-rosse, sono ben sviluppate
con dita forti. Il piumaggio è abbondante, morbido e presenta una colorazione
molto varia, bella e delicata: le parti superiori sono di colore bruno rosato
uniforme, ad eccezione del groppone che è bianco e della coda che è nera; le
parti ventrali sono bianche con sfumature bruno-rossastre.
Le ali hanno le
copritrici a barre trasversali azzurro cobalto e nere, le remiganti sono nere,
bianche e azzurre.
Questa Ghiandaia vive di preferenza nei boschi, in particolare
di querce e di lecci, dalle quote più basse fino a 1600 m ed anche oltre. Si
nutre di sostanze vegetali, semi, bacche e soprattutto ghiande (da cui il nome
volgare) e anche di sostanze animali (vari invertebrati, lucertole, piccoli
roditori, uova di uccelli e nidiacei). Capace di imitare con prontezza non solo
il canto di altri uccelli ma anche i rumori più vari, diventa silenziosa durante
il periodo della riproduzione. In primavera, nel nido costruito sugli alberi la
femmina depone in genere 5-7 uova che, a differenza di quelle della maggior
parte dei Corvidi, hanno il guscio bruno-grigiastro o verdognolo, picchiettato
di bruno; l'incubazione, alla quale provvedono entrambi i genitori, si protrae
per 16-17 giorni. Oggetto di spietata ed insensata caccia nell'Europa
occidentale, questa specie riveste invece nella silvicoltura una straordinaria
importanza purtroppo non ancora apprezzata come meriterebbe: la sua abitudine di
portare via le ghiande delle querce e di piantarle nel terreno ha infatti
contribuito in maniera determinante alla propagazione di questi alberi.Questi
uccelli, notoriamente poco confidenti, dal carattere schivo e sospettoso: il più
delle volte si incontrano in fugaci apparizioni, in volo fra un albero e
l’altro; sono considerati sentinelle del bosco, sempre pronti a mettere in
allarme, con il loro vociare tutti gli abitanti della foresta, all’approssimarsi
di qualsiasi intruso.
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