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Itinerario turistico nella
Riserva Naturale
Monte Casoli di Bomarzo :
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Il centro storico di Bomarzo: arroccati sii uno
sperone di roccia vulcanica sorgono numerosi edifici in peperino grigio tra
cui spicca palazzo Orsini.
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La cinquecentesca Piazza Duomo, con la chiesa dedicata
a Santa Maria Assunta, di fondazione paleocristiana e impronta romanica.
All'interno sono conservate le spoglie di Sant'Anselmo, patrono del paese,
racchiuse in un sarcofago romano del III secolo.
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Il Sacro Bosco, oggi detto “Parco dei Mostri”, uno dei
luoghi più importanti per l’architettura e la storia del paesaggio Italiano La
necropoli rupestre sul versante meridionale di Monte Casoli, con le
caratteristiche tombe e le abitazioni scavate nel tufo.
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Il Bosco Serraglio dove all'interno della densa
vegetazione e possibile trovare are pagane e numerosi altri segni della
presenza del l'uomo fin dai tempi più remoti
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Il Palio di Sant’Ansemo, manifestazione in costume
d'epoca che si svolge intorno a metà maggio.
*Lavorarono sodo i prigionieri turchi che Pierfrancesco Orsini radunò nella
piana di Bomarzo, per edificarvi qualcosa fra gioco e mistero. Cosi nacque il
Parco dei Mostri, dove si condensa lo spirito del tardorinascimento, un po' arte
un po' alchimia. E il Parco ha un che di vagamente iniziatico, i Mostri come
passaggi da uno stadio all'altro della conoscenza . La scritta su una Sfinge
rende il senso di ambiguità del Parco, non a caso, in passato, chiamato Bosco
Sacro. Inizia l'inquietante balletto di pietra: qui Ercole lacera le membra di
Caco, li una testa di divinità infernale e se ne sprigiona una violenza strana,
fuori del tempo. Le altre figurazioni fanno eco, dal Drago assalito dai cani
all'elefante e il legionario. Nei pressi la bocca dell'Orco, il dèmone fa
irruzione in una realtà già increspata dal Dubbio e questo senso di precario si
amplifica nella Casetta Pendente. Un paio di passi e un senso d' angoscia,
saltano i parametri né si comprende più cosa sia la regola e cosa l'eccezione.
E' tutto relativo e l'Orsini, da gran sornione, si defila fra le pieghe della
vita. Reale e irreale si equivalgono, è solo questione di sfumature, e lo Xisto,
le Sirene, il Tempietto, sono le ultime tappe di questo itinerario «fra le
righe". Poiché la realtà è una filigrana di sogno, illusione, e la conoscenza la
chiave per non farsi coinvolgere più di tanto.
Tornando indietro, verso Vico, ecco apparire un'altra curiosità manierista,
non cosi spettacolare come le precedenti ma anch'essa degna di attenzione. E' la
Fontana Papacqua, a Soriano nel Cimino, una morbida figura muliebre incorniciata
da personaggi antropomorfi di sapore mitologico e, a lato, un gruppo con Mosè al
centro ed una serie di mascheroni dai quali sgorga l' acqua. Uomini e dèmoni per
un autentico gioiellino architettonico.
*Tratto da "Per le strade del
Lazio, le carte del turismo a schede mobili - Quotidiano "IL TEMPO" "
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